Storie di Successo
A tu per tu con: Abu Abdelmahdi, fondatore di Oxyera
Valentina
21 feb 2025
Il desiderio di mettersi in gioco e di creare qualcosa di personale che superi la mancanza di punti di riferimento e di certezze sul futuro. Questa è stata la spinta che ha spinto Abu Abdelmahdi, startupper di origine afroamericana e fondatore di Oxyera, una piattaforma che centralizza e semplifica l'acquisto e la gestione dei farmaci.
Sono originario dell'Egitto – racconta Abu – e sono venuto in Italia per studiare: l'idea di creare Oxyera è nata durante il mio primo lavoro dopo la laurea magistrale. Tutto è partito da un'esigenza di mercato che si riflette nella nostra quotidianità, in particolare in un contesto specifico: quando andiamo in farmacia e non troviamo ciò di cui abbiamo bisogno, o ci procuriamo un equivalente o iniziamo ad andare in altre farmacie. Riflettendo su questa situazione estremamente comune, ho cercato di capire se sul mercato esistessero soluzioni a questo inconveniente, ma non ho trovato nulla. Mi sono posto alcune domande ed è nata l'idea della startup.
L'inizio di Oxyera... e di uno startupper afro-discendente

Per Abu, Oxyera non è stato complicato da sviluppare a livello tecnico, poiché le maggiori difficoltà si sono presentate dal punto di vista del mercato stesso, degli aspetti legali e di quelli legati alla privacy. Oltre a tutto ciò, la scarsa conoscenza del settore e dell'universo delle startup non ha facilitato la creazione di questo progetto.
Non ho nemmeno iniziato da zero: da sotto zero! Quando ho deciso di lavorare su Oxyera, Avevo già iniziato a mettere da parte dei soldi, ma allo stesso tempo mi piaceva anche il mondo degli investimenti azionari, quindi ho investito anche un po' di quello che avevo messo da parte. A un certo punto ho lasciato il lavoro per dedicarmi alla startup e poi ho commesso, diciamo, un errore negli investimenti... e ho perso più o meno l'85% del capitale con cui avrei dovuto iniziare. Questo ha reso il percorso più difficile di quanto non fosse già, perché all'epoca non sapevo nulla del mercato farmaceutico, del settore sanitario in generale e nemmeno del mondo delle startup. Infatti, non sapevo nemmeno cosa significasse "startup": sono di Genova e qui in Liguria non esiste un ecosistema per le startup.
L'ecosistema delle startup
Nonostante un inizio difficile, Abu aveva una stella polare luminosa a guidare il suo cammino: la consapevolezza che lavorare in un'azienda, anche con un buon stipendio, significava dedicarsi al progetto di qualcun altro, mentre il suo obiettivo era quello di mettere in piedi una propria realtà per poter dire, guardandosi indietro, di aver costruito qualcosa. Il mondo delle startup, però, è molto diverso da quello imprenditoriale...
L'imprenditore può essere chiunque decida di avviare un proprio progetto, mentre l'ecosistema delle startup funziona in modo diverso, perché è un ambiente più orientato all'economia. Personalmente, partire da solo, senza altri co-fondatori, e dover imparare direttamente sul campo senza sapere dove rivolgermi, a chi rivolgermi, dovendo spesso viaggiare tra Milano e Roma per seguire tutti gli eventi e costruire relazioni e mantenerle il più a lungo possibile è stato difficile.
Quando le differenze non contano

Un contesto dai meccanismi sconosciuti, all'interno del quale Abu notò quasi subito una caratteristica impossibile da ignorare: durante le opportunità di networking, era l'unico startupper afro-discendente presente.
In Italia, non vedo spesso una persona di colore ricoprire, ad esempio, il ruolo di CEO in una grande azienda, tanto meno uno startupper di origine africana, e anche per me questo era un punto interrogativo. Una volta entrato nel gioco, però, non ci ho più pensato: facevo quello che mi piaceva ed ero sulla strada giusta. E anche se i fondatori di altre startup non erano abituati a vedere un tipo come me, ho capito subito che la maggior parte di loro cerca volentieri di dare supporto ai giovani, soprattutto stranieri, che provano a mettere in piedi un progetto che includa diversi attori.
Come guidare uno startupper afro-discendente?
Riflettendo su questa situazione, il fondatore di Oxyera è quindi giunto alla conclusione che, forse, la difficoltà più grande per un futuro startupper afro-discendente è la paura dei pregiudizi legati al colore della pelle.
Il fatto che molti altri ragazzi e ragazze afrodiscendenti che vogliono iniziare abbiano paura di essere discriminati è molto comune. Quello che posso fare, quindi, ora che ho raggiunto un certo livello di esperienza, è mettermi in prima linea per aiutare i giovani a cambiare questa mentalità: una volta superato questo ostacolo, non avranno che da guadagnarci!
Se avviare un'attività richiede coraggio e voglia di mettersi in gioco, diventare uno startupper afro-discendente è una vera sfida, che permette di imparare ogni giorno dalle azioni di ieri per cogliere le opportunità di domani.
Ringraziamo Abu per averci raccontato la sua storia: se volete conoscere tutti i progressi di questa realtà, non vi resta che seguire il profilo di Abu e la pagina di Oxyera su LinkedIn!
Condividi articolo:
dallo stesso autore
ALTRI ARTICOLI
Sport
Italia Campione del Mondo di Pallavolo 2025: Il Trionfo Azzurro e il Contributo Fondamentale delle Atlete Afrodiscendenti
di Redazione Enprise Network Italia
8 set 2025
Imprenditoria
Dove il Business Incontra la Cultura
Reuben
10 ago 2025
Imprenditoria
Imprenditoria afrodiscendente: che cos’è e chi ne fa parte
Mikerlange
1 ott 2024
Imprenditoria
Dallo Schermo alla Galleria: La Scelta Coraggiosa di Fayad Ibrahim, Artista Digitale e Imprenditore Emergente
Reuben
23 giu 2025